sabato 4 dicembre 2010

costruitevi dei sogni e fatevi il culo per realizzarli!

Questa frase fu detta da Roberrto Vacca, il matematico, nel suo intervento alla trasmissione di Chiambretti Il Laureato, parecchi anni fa. Ero un ragazzino, non biologicamente parlando. Ricordo che ascoltai tutto l'intervento e ne rimasi affascinato, mi diede una carica incredibile e fu allora che si intensificò la creazione di storie e presunti romanzi.
Poche frasi ti restano dentro come monito, a volte penso davvero che tatuarsele addosso sarebbe la cosa migliore. Capita invece che te ne dimentichi, ritorno nell'oblio della bella vita di tutti i giorni, la matrix del quieto vivere, e si va avanti finché qualcosa nel sistema - cito ancora matrix - non va in corto.
Ero a casa di un amico ieri sera. Era il suo compleanno. Nel suo lavoro fa i turni e ieri gli toccava smontare alle undici, le ventitré!
E' uno di quegli amici storici, stessa età, ci conosciamo da quando avevamo dieci anni. Stessi pomeriggi a giocare a pallone per strada, stesse crisi esistenziali su un Dio ingrato, stesse nottate in piedi all'agghiaccio a parlare di tutto e niente, stesse prime vacanze insieme, e poi i disagi dell'adolescenza, di un paese stacanovista ma ignorante come un mulo, di eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo, le litigate, la minaccia di prendere direzioni diverse, e poi ancora la musica che ci riporta insieme, la formazione del gruppo, le nostre canzoni, pezzi nostri non cover, l'unica esibizione in pubblico, intanto qualcuno dei nostri inizia a sposarsi, il gruppo si scioglie - in realtà mi allontano io perché la musica non è la mia strada -, arrivano altri matrimoni, i figli, le cose sono cambiate, la crisi, il lavoro di merda sottopagato, lui che ha due figli, fa i turni, non ci si vede quasi mai, lui che somiglia ad una canzone di Rino Gaetano, lui che ieri ha compiuto trentasei anni.
Sono arrivato dopo le prove in teatro, pochi minuti alle undici. I bambini erano a letto, la casa silenziosa, la moglie che lo aspetta in piedi. Qualche minuto dopo è arrivato. Siamo stati in cucina a chiacchierare a bassa voce, noi maschi a berci una birra e lei che con abitudine casalinga tira fuori qualcosa da masticare e un pezzo di dolce fatto in casa. Mi sono reso conto che si era fatto davvero tardi. Prima di andare via mi ha chiamato in uno stanzino, quelli utili per il ripostiglio. "Ti voglio far sentire una cosa"
Ho provato una delicata tristezza mentre me lo diceva. Nello stanzino c'erano le chitarre, il multitracce per registrare, spartiti, accordatore, pedaliere, una bacheca con dei testi: molto del nostro passato di band incastrato in poco più di due metri quadri. Ho ascoltato in cuffia i pezzi su cui stava lavorando. Mi ha commosso, un buon lavoro, da sistemare ma bello, sentito. Siamo rimasti a parlare ancora per parecchio dopo, finendo sulle scale del condominio e quando sono uscito per strada non camminava nessuno. Abitando a un paio di isolati me la sono fatta a piedi. La frase di Vacca mi è risalita dallo stomaco.
Agire e farsi il culo ogni giorno non è un quadro felice, si traduce in vai piano, studia, sii umile, faccia tosta, più autostima, ti farai male, orgoglio quanto basta, muoviti, vai verso senza aspettare, fai esercizi di felicità, vaffanculizzati a comando.
Stamattina mi sono alzato che non ho riposato bene. Ho ripensato a ieri sera come a qualcosa di lontano. Brividi da dimenticatoio. Ho preso un foglio e un pennarello.
Fatto il sogno, fatti il culo per realizzarlo!

Ora ho un terzo tatuaggio.

3 commenti:

  1. Che bello questo post, Nicola! Il racconto di un'amicizia, vera, sincera, profonda che vive a distanza di anni, nonostante le difficoltà della vita, nonostante i turni di lavoro, nonostante tutto. L'immagine di voi seduti a raccontarvela a notte fonda, dopo un turno di lavoro che termina così tardi, ma con la voglia di passare del tempo con l'amico di sempre, credo sia una delle immagini più belle per far capire quanto sia vera la vostra amicizia e quanto sia vivo il sentimento. E' un sentimento raro, ma so quanto sia importante perchè ne ho mantenuta una anche io di queste amicizie, una di quelle che resti sotto casa a parlare "giusto due parole prima di salutarci" e resti lì per ore e ore a raccontarti di tutto senza sentire la stanchezza o le preoccupazioni abituali.
    Bellissimo!
    E poi il sogno della vita che dallo sgabuzzino rispunta... Quello è un vero peccato, io sono dell'idea che i sogni vadano seguiti e non traditi perchè solo così possiamo riuscire a realizzarli. Ovvio che le difficoltà della vita ci pongano davanti a scelte dure (la famiglia da mantenere, le bollette da pagare, il conto in rosso...), però uno spazio per i nostri sogni va sempre ritagliato anche nelle situazioni più complicate. E poi la parte migliore è la strada per conquistarlo, il percorso articolato, il nostro impegno, il rimboccarsi le maniche...

    Grazie Nicola per queste parole :)

    RispondiElimina
  2. Stephen King in un suo racconto ha sritto: ...l'amicizia che nasce quando si è adolescenti ti resta per tutta la vita. Sono fortunato perché cresciuto insieme a delle persone bellissime. Avere dei sogni ti aiuta molto, diversamente ti senti arido, così come l'ho vissuto sulla mia pelle.
    Grazie.

    RispondiElimina
  3. Leggendo il post mi è sembrato di essere là con voi due, avrei desiderato essere là... è quello che ci siamo detti durante la nostra lunga passeggiata a Milano, siamo fortunati, abbiamo potuto VIVERE un'esperienza così, ci è rimasta dentro e il bello è che per questo il culo non bisogna farselo.

    RispondiElimina