martedì 19 giugno 2012

tempografia

Un mio cliente mi chiama qualche giorno fa chiedendomi di incontrarlo. Lo raggiungo prima  possibile perché con una sana educazione e un attento rispetto dei ruoli si è accattivato la mia stima. Nei suoi uffici mi mette a conoscenza di una vicenda che gli provoca un disagio di cui liberarsi, per quanto possibile. Una persona a lui cara, che vive al di là dell'Atlantico, ha visto cancellarsi completamente la sua abitazione. Tutto è andato distrutto e con esso la perdita del suo contenuto. Nell'elenco delle perdite anche le foto ricordo,  le tracce che testimoniano la presenza di una vita e che diventano ancore e per la memoria e per il cuore. Il mio cliente mi ha chiesto di andare a recuperare, rifotografandole, le uniche immagini dei familiari di questa persona che sono in una casa e su una lapide in un cimitero di un paese del centro Italia, per poi spedirle. Pochi frammenti rispetto all'archivio originario. Fotografie, finché le stampavamo ci disperavamo per i costi e l'ingombro delle scatole dove tenerle. Poi il pixel ci ha liberato dell'uno e dell'altro. Dell'avvento del digitale non recrimino nulla, la sola cosa che faccio molta fatica ad accettare sono proprio le cornici digitale. Una foto (stampata) che sbianca dietro un vetro  mi da la percezione del tempo che passa, è una roccia che si trasforma all'erosione; se tutto rimane inalterato per magia dell'elettronica la faccenda si fa triste, come il desiderio di immortalità mentre il resto del mondo invecchia, o in scala ridotta come chi spera di congelarsi dietro la chirurgia plastica. La fotografia è tempo. E deve scorrere, seppure ad una velocità misurata diversamente. Le foto ricordo hanno un fascino incredibile su di me. Se mi capita di entrare in casa di qualcuno per la prima volta il mio sguardo è orientato alla mensola dei libri e alle foto ricordo. Mi piace supporre di poter capire chi sono i proprietari da cosa leggono e come tutelano la memoria. Che coincida con la realtà è irrilevante, è un gioco a immaginare. Così oggi mi ritrovo fra le mani volti, date, atmosfere, dediche, tutte racchiuse nei quattro lati di una foto. In un paese del centro Italia stamattina il tempo ha preso a scorrere diversamente per me. Mentre si muove crea scene, struttura dialoghi, colora. Una sorta di camera oscura dove si sviluppano storie ed invece di scrivere con la luce si scrive col tempo.

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