lunedì 19 settembre 2011

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La Prof.ssa Marisa D'Agostino, che insegna latino e greco, ha un forte senso delle proprie radici e crede negli incontri giusti quando avvengono. Così per due anni mi ha voluto affidare le sue classi lanciando idee di progetti teatrali e lasciandomi completo arbitrio sul modus e finalità sceniche. Le cose pare siano andate bene, insomma i ragazzi continuano a salutarmi con affetto e mi hanno confidato intorno a giugno ansie e desideri pre e post esami. In quello stesso periodo la prof mi chiama e mi invita a partecipare ad un appuntamento (questo è il suo quarto anno) che con fatica immane sta portando avanti: il progetto Presenze/Assenze. In sostanza alcuni artisti sono chiamati a creare opere su un tema comune e ad installarle nello spazio adiacente alle gravine del suo paese, fatto di grotte di tufo e pietra. Ora, io con le parole "artisti" e "opere" non capisco come possa entrarci e una installazione non è fare delle foto e appenderle ad una parete e basta. Perciò ho detto di si. Erano giorni pre-benedusi.
La prof mi mette in contatto con Anna Soricaro, la curatrice del progetto e responsabile del centro culturale Zero-uno. Durante l'estate con Anna ci sentiamo solo per telefono, ha una voce gentile ed è empatia dalla prima chiacchierata. A fine luglio con la prof sono sul luogo per vedere gli spazi e capire che diavolo creare, dentro ciò un casino e le immagini di Florianne De Lassée, viste in quei giorni.
Suggestione. Matematica. Duepiùduequattro.
La mattina seguente la spendo a esibirmi nudo davanti a 1500 watt di flash e a sentirmi tanto furbo quanto ladro. Pure il titolo ho copiato dalla De Lassée: Presenze, quello comune delle installazioni era Miraggi.
Le immagini non hanno bisogno di post, solo una conversione in monocromia e una dominante ai toni della terra del luogo. Ne sono quasi fiero. So come inserirle nel contesto e dentro di me si fa strada anche una spiegazione dell' "opera". Incontro Anna alle grotte una settimana fa, si conferma la mia attitudine ad aver immaginato fisicamente tutt'altra persona, e sistemo la bozza per vedere se il risultato si avvicina al mio ego artistico. La faccio breve perché mi interessa raccontare altro…
Ieri c'è stata l'inaugurazione, con la prima visita, e sabato avantieri ho sistemato tutte le immagini. Le ho fatte stampare in digitale su una tela fine, questo perché devono resistere per due mesi in un ambiente umido, soggetto a infiltrazioni e corrosioni. La prima mezzora l'ho passata a osservare le stampe appese nella piccola stanza/grotta. Sinceramente mi piacevano. Ma per quello che volevo farne dovevo accettare il fatto che sarebbero andate distrutte. Non mi appartenevano più. Ad un certo punto mi sono reso conto che tutto il lavoro fatto per arrivare fino a lì mi ha obbligato a pensare in termini nuovi: interiezione immagine e luogo, immagine e materia, percorso dell'osservatore, favorire la comprensione, distacco emotivo da ciò che si è prodotto. Cavolo!
Le immagini è vero le posso ristampare, ma quelle lì sono destinate lentamente a distruggersi nel corso dei prossimi mesi e a questo dispiacere iniziale si è accostato la curiosità di vedere trasformare l'immagine secondo un processo chimico/naturale fuori dal mio controllo. Questo giocare a fare l'artista ha portato un pizzico di brio mentre verificavo gli accostamenti. Molte delle tele le ho sistemate per terra, ricoprendo i bordi con la terra delle grotte e le immagini di me fuori fuoco emergono ancora più confuse, contaminate, prive di identità; e la terra, l'umido e i piccoli vermi di quel sepolcro inghiottiranno, complice il vento delle aperture, la rappresentazione fotografica delle mie recenti confusioni e che mai sarei riuscito a progettare con coscienza. Il risultato finale è molto discutibile, non ne faccio vanto, ma il percorso che mi ha portato fino alla visita di ieri mi è piaciuto, allo stesso modo delle sedute di ritratto, dove l'ora trascorsa a conoscere e scoprire l'altro vale più dello scatto finale.

Per chi passerà dalle parti di Gravina in Puglia fino al 13 novembre e ne ha voglia, ogni domenica mattina alle 10.00 ci sono le visite guidate, per prenotarle si può chiamare al 080.3262593 o al 339.8748609. Troverete penso Rosanna, che si è presa un sacco di appunti per spiegare ai futuri visitatori tutte le installazioni in assenza di noi che le abbiamo messe lì. Gli insulti recapitateli direttamente a me e non ha chi si è fatto veramente il mazzo.








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