venerdì 3 settembre 2010

Lettera a me stesso

Mio caro, sono circa un paio di giorni che ti trascini un umore di quelli che pensavo facessero parte di quegli anni in cui pensavi di non essere in grado di fare un cazzo e che ti hanno fatto perdere giorni di entusiasmo e scavato i segni di quelle rughe che adesso inizianoa venir fuori. Il perché io lo so, diciamo che anche tu lo sai ma ci stai girando intorno e non lo vuoi dire apertamente. Ma visto che mi hai tirato in mezzo, facciamo questo partita a due e vediamo quello che ne esce. Comincio io...
sul voler andartene mi sembra sia la stessa storia, va bene qualche cosa è cambiato ma il nocciolo resta lo stesso. Quello che ti ttattiene non sono i legami e lo sappiamo, la situazione a casa non è un legame ma una scusa alla tua paura, ti ricordo che avevi la stessa paura quando dovevi lasciare il lvoro per fare il fotografo e non sapevi come dirlo e quali reazioni avrebbe portato. Sei rimasto quasi deluso che non è accaduto nulla. Vuoi paetire? parti allora, pianifica, informati, scegli ma non torturarmi più con questa storia dei legami. Problema dei soldi? Vent'anni di officina ti sono bastati a renderti capace a raccogliere anche gli escrementi delle formiche, semmai ci fosse bisogno di un lavoro del genere lo puoi fare, e non è che raccogliere escrementi deve poi diventare il tuo lavoro,: abbiamo parlato di trovare soldi per vivere. Sulla creatività. Daccordo qui il discorso è più complicato nel senso che che è talmente una cazzata che non so spiegartelo. Ti ritieni creativo? se si cosa ti manca? attrezzature? spazi? modelli? se pensi che sia questo allora non sei creativo e fattatene una ragione vediamo come risolvere. un suggerimento: inizia da qualcosa che già esiste e reinterpretalo, guarda che non è reato, non è vero che oggi vale solo l'idea figa, questa cavolo di accellerazione delle cose, del tutto bello, di volersi distinguere ci sta facendo perdere il sonno. Ad arrovellarti il cervelllo a trovare lo scatto giusto ti stai perdendo anche quello a portata di mano.
La lingua. L'anno scorso in spagna, un posto di cui non conoscevi la lingua, ti sei fatto 1300 km in macchina da solo, hai prenotato stanze in una lingua che non conosci, hai mngiato chiedendo cibo in un lingua che non conosci, chiesto informazioni in una lingua che non conoscie e porca puttana ci sei stato due settimane e sei sopravvisuto. Ora, ottobre è un anno che studi inglese. Rispetto allo spagnolo che era zero mi sembra che con l'inglese almeno a uno ci sei. Ma tanto non è uno, è di più ma vuoi un po' di coccole. Vaffanculo!
Dopo i legami, i soldi, la lingua a me sembra che argomenti forti con cui controbbattere non te ne sono rimasti molti.
Se poi il rumore di fondo che senti non è solo il voler andare allora deciditi anche su quell'altra cosa, che tanto anche lì sono solo motivi di comodo che hai. Non ho nient'altro da dire. Fammi una cortesia: fatti una risata e la prossima volta fa che ci sia una ragione seria.
Ah, se rileggi o sposti una virgola di tutto questo non ha proprio senso risentirci.

5 commenti:

  1. Tentativo di una delirante calcio in culo che a cicli ormai sistematici capita anche a me. Vorrei vivere in un mondo senza il dubbio e l'incertezza.
    Ma allora, se non c'è il rischio, non c'è l'adrenalina. E sai che palle... :-)

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  2. Il mondo senza dubbi e incertezze sinceramente mi spaventa di più, a me questi "deliri" servono, faccio il punto della situazione, vedo dove sono, cos'ho intorno. Da quando ho imparato a mentire sempre meno a me stesso ho notato di essere circondato da persone che mi sono molto vicine come pensiero. I blog, internet mi rimandano quelle domande scomode che spesso non voglio pormi. E come per te la cosa diventa ciclica, un bip d'allarme che mi avverte di non abbassare la guardia, di godermi questo tempo.
    Ps. Grazie. Il tuo commento qui mi ha fatto piacere:-)

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  3. A cicli alterni,le maree colmano o svuotano il nostro tempo, il nostro pensiero il nostro VUOTO. Ma è un loop, tranquillo, inutile opporsi e combatterlo. Attendi la luna nuova...

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  4. Bellissima questa lettera, sembrava scritta per me! un saluto da un gravinese che 3 anni fa è scappato a milano e vuole scappare ancora...

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  5. Grazie per la tua visita Francesco. In realtà faccio sempre un grande sforzo a slegare partire e scappare: Desidero il primo ma si avvera il secondo.

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