martedì 1 maggio 2012

computer, definisci Fotografia

Dieci giorni fa un gruppo di otto persone ha preferito ascoltarmi per una giornata piuttosto che trascorrere una domenica all'aperto, data la piacevole temperatura estiva. In mezzo da allora c'è stato del lavoro da fare e quindi ne parlo solo adesso.
Mi fu chiesto tempo addietro di tenere delle lezioni di fotografia. Concordammo, prima di tutto, che non si sarebbe mai chiamato "workshop", e che non si aspettassero da me un lezionario tecnico per poter fare foto perfette.
Con l'arrivo della primavera son tornati i fiori e i corsi base di fotografia. Ma onestamente ha ancora senso parlare di corso base al 2012? Costruiscono macchine che non ti devi preoccupare di nulla se non di avere un indice funzionante, e se non bastasse, sul web tutto ciò che di base occorre per dare un senso a quelle icone stampate sulle suddette macchine prodigio. Io no, non sono il corso base. Arrivo molto prima, quando ancora non c'è nulla e ti guardo negli occhi, ti fisso, in silenzio; aspetto un cedimento, una distrazione o anche una chiara volontà per domandare ma perché vuoi fotografare? Per me, che scrivo, è una faccenda maledettamente seria la fotografia. Con me si viaggia lentissimo e su strade rovinate. Qualche giorno prima feci recapitare al gruppo il domandario. Domande di cui io non chiedevo alcuna risposta bensì che si interrogassero su apparenti banalità. Continuo a dire che non sono un insegnante, i fotografi non possono insegnare fotografia. Posso parlare di me e della mia fotografia, da cosa è alimentata e spesso è anche un casino per come la sua essenza sia incatramata di elementi che non mi appartengono. Quello che vale per me non può funzionare per un altro, o magari si ma intanto si sta perdendo qualcosa di straordinario e cioè la sua visione di dire in immagini come vede e sente il mondo. Ad è quello che chiedo: di trovare il coraggio di dichiarare le proprie ossessioni e desideri trasformati in fotografia. Il mondo non ha bisogno di nuovi fotografi e cloni di fotografie, ha bisogno di essere sorpreso da prospettive non ancora battute. Se chiedessi al mondo di fotografare la stessa scena ci sarebbero potenzialmente quasi sette miliardi di immagini diverse, una l'impronta di ogni identità.


Il Domandario

1) Come spiegheresti a ET cos’ è una fotografia?
2) Cos’ è la “bellezza”?
3) Qual’ è la parola più bella che conosci?
4) Se ti fosse concesso un solo desiderio da esprimere, cosa chiederesti?
5) Se non fossi tu, chi vorresti essere?
6) Qual’ è il tuo pensiero ricorrente?
7) A un bambino che ti chiede a cosa serve una fotocamera cosa rispondi?
8) Quanti modi conosci per dire che apprezzi una cosa?
9) Qual’ è il luogo o la condizione che ti fa stare più bene?
10) Perché fai un corso di fotografia?

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