mercoledì 7 settembre 2011

camera con vista

Volevo scrivere un post diverso: aforismilandia. In tema con quanto mi sta accadendo in termini di consigli che giungono da ogni persona con cui ultimamente condivido quello che mi accingo a fare, doveva essere un elenco stucchevole e dissonante di quanto le brillanti menti degli ultimi secoli hanno prodotto in materia di rapporto con gli altri, con se stessi e con le ambizioni e strade da percorrere; la religione decisamente messa da parte. Mi serviva un libro acquistato anni fa e messo chissà dove, perché gli aforismi (ma c'è un sinonimo?) per me funzionano come le barzellette, ossia me ne dimentico appena passo al successivo. Ma non trovo il volumetto da nessuna parte e per ora non ci voglio pensare. La dissonanza la devo scrivere da me.

Da qualche giorno mi sento stranamente calmo, l'esatta sensazione è di percepirmi cavo. Qualunque sia stato il momento di svuotamento non me ne sono reso conto, sebbene adesso posso individuarne gli episodi. Per quasi un mese non ho fatto foto, non ne ho sentito la mancanza, più che mai nei quattro giorni in Umbria e i due di mare concessi come vacanza grazie al buon cuore di chi mi ha ospitato. Reflex a casa dunque.
Mi è nata una ingiustificata antipatia per chi mi dichiara compiaciuto io non esco più senza macchina fotografica! perché in tali autori, quelli in cui mi imbatto io almeno, è manifesto lo scattare tutto/tutti senza senno. Spero mi passi però, celiaci e glutinomani possono essere buoni amici. Solo perché adesso desidero dilatare il momento dello scatto, approfondire quello che accade, conoscere, ascoltare, provocare e in ultimo, se necessario, creare l'immagine, ciò non fa di me un privilegiato. Magari si, ma ognuno si crea il proprio stato felice e io non sono nessuno per giudicare.

Per me è l'Ingegnere, lo è per davvero solo non riesco a chiamarlo per nome pure essendo in confidenza. Ha circa settantacinque anni, un baffo bianco folto, più capelli di me; magro di corporatura cammina lento per via di un acciacco che ha avuto ma l'ho visto avere degli scatti impressionanti, parrebbe incline all'immobilità eppure si piega e opera senza sostegno alcuno, coi suoi tempi, viaggia sotto 1/10 di secondo mentre noi altri operiamo a 1/250, se può servire il parallelismo; fa tenerezza, quando ride sa di cinico ma è una falsa impressione, a me ricorda sempre uno dei vecchietti dei Muppets. L'ingegnere è il padre di un mio amico, la memoria fotografica di Altamura. Ha un archivio impressionante tra diapositive, immagini, stampe, pubblicazioni, enciclopedie del '800 (ultimamente mi ha mostrato una originale Encyclopédie de la Mode del 1862) fossili, macchine fotografiche e da quando vive il digitale una smisurata e poco ordinata quantità di file. Entrare in casa dell'ingegnere è, per me, entrate nel paese dei balocchi. In me trova un buon ascoltatore e mi mostra con entusiasmo gli ultimi scatti prodotti. Dopo aver fotografato e catalogato coi nomi scientifici i fiori della Murgia è passato al mondo degli insetti.
«Ingegnere mi può prestare una delle sue meccaniche? la mia è in riparazione»
«Sei patetico!»
Questo è l'ingegnere, senza filtri. Ho sorriso e lui ha continuato. Eravamo in veranda, lui sprofondato nella sua poltrona e io su una sedia rigida. Gli anziani sanno vedere senza sapere. Mi ha visto dentro e ha tirato fuori le parole giuste. Come per gli aforismi le cose importanti che mi ha detto sono naufragate nelle viscere della mia memoria, eppure il senso è vivo come consapevolezza. Ieri era dalle parti del mio studio e per la prima volta è venuto lui da me. Gli ho mostrato uno foto, l'estratto di un progetto cui sono stato invitato a partecipare. Ha espresso la sua opinione senza problemi, non proprio di conforto. Stavolta ho preso appunti.
...la vita è un insieme di occasioni perdute… fai conto di avere una bacchetta magica e puoi esprimere un solo desiderio, uno! ossia che cazzo vuoi fare nella vita? cosa vuoi?… per fotografare devi essere sempre, costantemente innamorato… innamorarsi produce un'energia che va usata per il bene comune… la storia ricorda le idee al di fuori delle mode perciò non seguire la mandria… non fidarti molto di quello che ti dico, che infondo sono uno stupido io; dicono che gli anziani hanno la saggezza ma non è vero sempre, quest'Italia di oggi l'ho costruita anch'io…

La chiamai ad inizio agosto perché volevo parlarle, se era disposta sarei partito quella sera stessa per Caserta. Due settimane dopo, e per tre giorni, è stata qui da me. E abbiamo parlato, sostanzialmente di me. La domenica della sua partenza avevamo concordato che l'avrei ritratta, la prima per Di-visi, questa cosa che mi frulla per la testa da un paio di mesi. Abbiamo preparato la playlist, un ora e cinque minuti. La canon mi è rimasta tra le mani per tutto il tempo e non ho scattato nulla perché è stata un'altra ora di cose che ci siamo dette. Quando pensai a Di-visi sapevo che c'erano ostacoli tecnici da superare per ottenere quel vero che desideravo, la prima prova mi ha mostrato ciò che sapevo: essendo io stesso parte parte della foto non posso avere il controllo dello scatto, pena l'autenticità. La scelta di premere sull'otturatore fa corto circuito col sapere che premendo produrrò una immagine di me arbitrariamente impostata (posato) allo scatto. Esattamente ciò che non voglio.

Poi sono arrivate mail, l'iscrizione alla Kaverdash, il che stai facendo? di alcuni, il non dar retta a chi ti dice "che stai facendo?" di altri, i silenzi dei pochissimi che valgono un abbraccio, il rimboccarsi le maniche sapendo che nell'ultimo anno ho fatto passi indietro sull'andamento dello studio anche se più gratificato in sapere, il dispiacere che le foto che non puoi mostrare non esistono, il dilemma che per ogni cosa giusta che pensi di aver fatto ne hai commesso cento sbagliate, la musica che sta tornando, i nuovi incontri, quel nuovo che si ha dentro e voglia di esprimere.

3 commenti:

  1. condivido il tuo pensiero....e lo sai!
    penso che la creatività sia nell'istante in cui viviamo...la progetualità alcune volte può limitare o uccidere la creatività. Aver un scopo può essere limitante. Io tendo ad avere un progetto e penso sia importante avere le idee chiare su cosa vogliamo realizzare, ma è determinante anche una grande intelligenza emotiva che ci conseta di conseguire un progetto aprendoci senza limiti alla novità del momento, all'intuizione di un incontro, un dialogo, una visione .....

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  2. Il mio breve ritorno NELLE mie radici,mi ha dato tanto e come sempre mi ha ferito il dovermene staccare nuovamente. Questa volta però, l'aver potuto condividere con te istanti intensi mi ha fatto crescere. Penso che ci sia bisogno di riconoscere la foto-terapia come cura alternativa...

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