domenica 14 novembre 2010

il mestiere del fotografo


Ph. by Charles Ebbets


Periodo non felice, decisamente. Negli ultimi venti giorni ho rimesso in discussione molte cose, causandomi ferite sotto pelle non da poco. Appunto: causandomi. Dimentico con molta facilità di essere l'unico artefice di questo stato.
Mi sono posto degli obbiettivi alti, come sempre, ma questa volta ci sono dentro con tutta la mia vita, non come quando volevo esplorare le galassie, salvare il mondo, avere qualche super potere, diventare attore o scrittore a tanto altro ancora.
La realtà che incontro ogni giorno fuori dalla porta di casa non la riconosco più. C'è stato un tempo che amavo la mia città, i confini a portata di passeggiata, la sua storia, il suono del dialetto, quella genuina semplicità di chi non ha ambizioni. Poi è arrivato il boom del salotto e il mio paese, no scusate, Altamura ha gli attributi di una città, e la mia città si è ubriacata. Una sbronza fatta di cemento selvaggio, traffico inverosimile - 2,7 auto procapite, 19% suv - corruzione, illegalità, arroganza, malizia, sospetto, individualismo. I postumi sono stati devastanti, la parte sana della cultura si è ammalata. La crisi del salotto poi ha peggiorato le cose: crisi d'astinenza denaro con evidente perdita del senso della realtà. Ogni giorno devo confrontarmi con tutto questo.
Se dici fotografo qui ti rispondono: ah! matrimoni, comunioni! Bé no, anche se tanto di cappello a chi se ne occupa. Mi sta bene spiegare quanto ampio è il mondo della fotografia, anzi mi piace perché mi piace parlare di fotografia; mi sta meno bene se nella testa del mio interlocutore il metro di valutazione di un lavoro è la foto di matrimonio: un prodotto di pasticceria non è una coppia che si scambia un anello.
Recentemente mi sono imbattuto in episodi che sulle prime mi hanno fatto sorridere. Un amico tipografo stava montando delle foto per una brochure di un negozio d'abbigliamento. Scattate in esterna campagna, sole di mezzogiorno senza schiarita delle ombre, inquadrature dall'alto con distorsione delle proporzioni della modella, esposizioni sballate, espressioni lasciamo perdere. Scopro che il lavoro è tutto casalingo: la modella è la figlia del negozio e le foto fatte dal papà o dal fratello. Ancora…
Faccio un preventivo per un mini catalogo di prodotti dolciari. Mai pervenuta risposta si sono in realtà affidati ad un matrimonialista (ho spie tra i grafici e i tipografi). Non commento quello che ho visto. Ognuno è padrone dei propri soldi, per carità. Ma penso che le persone colpite dai postumi di quella sbronza si stanno curando con la medicina sbagliata e fanno assaggiare a me il sapore amaro che ha.
Sempre per cercare nuove soluzione in un mercato non felice mi sto proponendo come post produttore, diamine ne sono più che capace. Ai matrimonialisti con un buon giro a cui poter dare un contributo da esterno presentarsi come fotografo/post produttore è una mossa sbagliata: pensano "questo mi ruba i clienti". Non mi occupo di matrimoni. Ma scusa non sei fotografo?
Ai laboratori non servi oppure sei troppo competente per la loro clientela.
Agenzie di comunicazione? Uhmmm, interessante. Le faremo sapere, intanto Felice Natale.
Aggiungiamo un breve ma non completo elenco di termini qui mai sentiti nel settore fotografico: preventivo, still-life, cessione diritti, copyright, liberatoria, fine-art, fattura, food, post-produzione, portfolio, model release, advertising, workshop, utilizzo delle immagini, set...

Comincio ad avvertire il desiderio di quella vacanza che quest'anno non mi sono preso per risparmi di bolletta.

Nel pieno delle solite pippe non mi sono fatto mancare dei progetti personali. Uno lo trovate qui, su un nuovo spazio dove riversare più immagini e meno chiacchiere, oppure sulla pagina di flickr in versione singola.
L'altro è in fase di post-produzione e di ritorno da milano dovrei poterlo pubblicare. Qualche anticipazione in basso.




5 commenti:

  1. i momenti bui arrivano per tutti, anche per i più forti e saldi. persino i fotografi affermati hanno spesso questo senso di inadeguatezza, come se non stessero mai bene dove sono (se ne parla assai anche tra assistente e fotografo). non ti dico di non mollare ma ti dico fai qualcosa. nel senso prendi la macchina e fai delle foto. se assieme al preventivo mandassi anche una foto di come vedi i loro prodotti fotografati da te magari uno su dieci riesce a vedere anche la differenza. devi stupirli, sorprenderli, dagli cose non richieste che li lascino a bocca a perta. questo vuol dire investire, lavorare senza essere pagato, usare del tempo per qualcosa che magari non torna. ma non torna subito. alla lunga avrai acquisito esperienza e immagini. e piano piano le persone ti riconosceranno perchè sei quello che fa le belle foto. ma semmai ne parliamo sabato. ciao

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  2. grazie barbara, so bene cosa mi suggerisci; è da un po' che passo le giornate a fare proprio questo. Ogni tanto però mi sento fuori posto e uso il blog per sfogarmi. Devo riprendere l'allenamento consigliato da Tomesani nel suo manuale sulla felicità, sto perdendo tono :-p
    a sabato!

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  3. Innanzitutto sabato ti aspettiamo "a mani piene" ;-D
    Poi speriamo di darti un pò di carica. Noi lo siamo a molla!

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  4. Arrivo in aereo con bagaglio super leggero, perciò niente contrabbando di cose buone dalla mia terra; vi dovrete accontentare di qualcosa improvvisata lì, se poi fai sondaggio su possibili intolleranze e allergie alimentari raddoppio la bella figura.
    L'alcol è ammesso solo se provvisti di test etilometro!

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  5. macchè test, mica dobbiamo tornare a casa... dormiano direttamente in studio ahahahahah

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