venerdì 10 settembre 2010

Sul tentare, fallire e giudicare.

La scorsa settimana c'è stato uno di quei vuoti cosmici nel flusso della giornata lavorativa, una mattinata da riempire. Sono andato verso lo studio con l'intenzione di ricreare uno scatto di William van der Steen visto mesi fa in un suo tutorial e che durante la notte è riapparso suggerendomi varianti creative, le quali varianti però avrebbero richiesto più tempo di quello che potevo dedicare quella mattina. Studio allora.

Lo scatto non presentava apparenti difficoltà, pochi tocchi di photoshop e l'idea materializzata nella mia mente aveva anche un senso. Ho comprato dal fruttivendolo il casco di banane che mi servivano, le ho scelte con attenzione trattenendomi dal rispondere al venditore che insisteva sulla bontà del frutto, e spiedini e stuzzicadenti dal minimarket.
Dopo la prima ora passata a cercare di far stare ferme le rondelle di banane nello spiedo ho capito che:

1 esiste la legge di gravità
2 le banane sono umide
3 gli stuzzicadenti possono pungere
4 mi impegnerò a non pensare più "è facile, che ci vuole"
5 posso ritornare a mangiare le banane

Dico questo perché una volta tagliate le rondelle a banana sbucciata dovevo inserire lo spiedino, operazione riuscitissima fino a quando non ho sollevato il tutto per sistemarlo sul set. Le rondelle, ben equidistanti, hanno preso a scivolare lentissimamente verso la base. Al mio tentativo di risistemarle l'hanno rifatto. Ormai il foro di origine dello spiedo si era allargato. E' seguita una serie nuova di fori con conseguente rotazione delle rondelle sull'asse spiedo, con tanti saluti all'allineamento, e l'inserimento di un secondo stuzzicadenti per rondella.
La scena successiva e di me che mi sto mangiando la banana suddetta e ad oggi non si è ancora vendicata col mio stomaco. Ci ho riprovato, tanto avevo cinque tentativi.
Il risultato migliore è quello qui sotto.



Lo scatto è il raw uscito dalla macchina. In post produzione ho assegnato il profilo fotocamera - avevo fatto una foto con il color checker prima - e aperto il file in photoshop.
Il passo successivo è stato pulire gli spiedini, ridare distanza alle rondelle e rifinire i toni. Per controllare che non ci fossero macchie impercettibili sullo sfondo ho creato un livello regolazioni dei Livelli e abbassato i medi. Ho scoperto macchie sul cartoncino e altre dovute al ritocco. Finita la pulizia il livello non mi serviva più.



Mettendo accanto le due immagini, quella di van der Steen e la mia, anche mia nipotina che stravede per me sceglierebbe la prima. Ho segnato i punti che ritengo essere motivo di un'immagine sbagliata.



Nell'immagine di van der Steen la buccia visibile non tocca il limbo, rendendo la banana stessa più leggera, diversamente dalla mia, che con i lembi della buccia in quel modo dà più un senso di appoggio, di fatica.
Le rondelle della prima immagine seppure non equidistanti mostrano una traiettoria precisa, una curva che non aggredisce, che spiega bene l"esplosione", cosa che non vedo nella mia, dove le rondelle si mostrano incerte su dove andare e quale profilo mostrare.
Il terzo aspetto penso sia il più importante: la mia immagine è volgare. Proprio a causa di una iperbole disordinata, di una sommità che punta in alto, l'associazione a stereotipi fallici viene facile. Quando me ne sono reso conto ho provato a far cambiare direzione alla punta col risultato di accentuare ancora di più quel concetto.
Devo però dire che non sono mai partito con l'idea di fare una copia perfetta della foto di van der Steen. Il risultato che ho ottenuto si sintetizza come ben disse Thomas Edison davanti ad un suo ennesimo tentativo andato a male:
Non ho fallito! Ho scoperto un altro modo per non raggiungere la meta.

Se a qualcuno vien da dire cos'altro nel mio scatto gli suggerisce l'idea di sbagliato, può condividerlo.

3 commenti:

  1. visto che l'hai chiesto... :-)
    oltre a quello che hai detto tu
    - giuste osservazioni, nell'originale la buccia non tocca e sembra più leggiadra, ma anche lo spogliarello stesso della banana è meno profondo. Infatti la parte coperta è più di quella tagliata. Tu hai due rondelle in più. Questo comporta più disarmonia nella composizione. A mio avviso.
    - la luce bainca che arriva dal fondo rende troppo eterea la bananna che invece ha bisogno di matericità per essere tridimensionale e dare l'idea di una certa consistenza.

    Tutto opinabile, ma questo è il mio pensiero.
    Ciao!

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  2. damn! ecco cos'era che non riuscivo a definire. Hai dato voce ad un mio pensiero, sullo spogliarello intendo; riguardo al secondo punto invece, lo sfondo bianco, mi ravvedo ora di non avergli dedicato la giusta attenzione. Mea culpa!
    Grazie :-)

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  3. ma prego. era solo un punto di vista :-)

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