lunedì 26 luglio 2010

Sulla mia pelle



Non di rado mi capita di vivere situazioni in cui tutto sembra ruotare intorno ad uno stesso argomento, come se la macchina delle situazioni fosse sincronizzata a mio favore. Non che questo mi porti ricchezza e agio, insomma vivo sempre allo stesso modo, così come so che queste strane coincidenze alla fine tanto strane non sono, ma quando accade fa un certo piacere.
Avevo qualche settimana a disposizione, niente vacanza però. Così ho riempito questi giorni con progetti personali e studi. Tema: il mio corpo. Era giunta l'ora dell'autoscatto.
Quando si tratta di creare per me ho un personalissimo, e non credo originalissimo, modus operandi: l'ozio. L'idea allo stato embrionale era appunto il corpo - quello mio - ma dovevo dare forma a questa idea e concretizzarla in scatti, inquadrature, luce, concetto. Così ho fatto quello che non devo fare quando ho di questi momenti e cioè pensarci. Non credo mi vedrete mai con la testa appoggiata alle mani nell'atto di riflettere e partorire il lampo di genio. Facile invece che mi troviate a passeggiare per la città senza meta, a girare per centri commerciali e brico center senza comprare nulla, a osservare per ore la gente che mi passa vicino assumendo una faccia da idiota, ad andare al cinema o a teatro, a stare insomma in mezzo al mondo affollato, farmi bombardare da azioni, voci, ritagli di discorsi, suoni, "fotografie" urbane e viverlo come se fossi invisibile a tutto ciò. Poi aspetto che arrivi sera e torno a casa. Metto su una play list lunghissima di brani e, cuffie e disteso sul letto in posizione di rilassamento, con gli occhi chiusi, faccio partire iTunes.
Finora ha sempre funzionato e già dal quarto o quinto brano iniziano a materializzarsi immagini - dieci giorni fa record: a metà della prima traccia, un "Preghiera in gennaio" di De André, avevo chiaro un intero progetto - Così è nato "Insonnia" e in realtà molto altro ancora che deve essere fermato su carta e suddiviso. Naturalmente c'è una controindicazione a questo modo di fare ed è la perdita di controllo sull'ozio. In questa estate di calura poi il demonio è dappertutto. Sensi di colpa a parte credo di stare a resistere ottimamente. Sempre in questo periodo sto leggendo "L'uomo dei cerchi azzurri" di Fred Vargas e la descrizione del protagonista somiglia incredibilmente al mio modo di fare di questi giorni: pigrizia latente, intuito, le cose accadono. Stamattina poi avevo un solo appuntamento in studio e visto che il cliente ritardava sono andato a leggere il post su Fotografia: Parliamone di Sandro Iovine. Come sempre post interessante e catalizzatore di discussioni costruttive. Oggetto del post la scelta della copertina su foto della fotografa Debora Barnaba. Ho letto il post, i commenti e poi ho visitato il sito della Barnaba. Non ho idea del periodo di realizzazione del lavoro "Kissing" di Debora Barnaba, il mio "Insonnia" è freschissimo di giorni ma per quello strano fenomeno che dicevo all'inizio mi sono sentito elettrico, simile ad un punto in una fitta rete di collegamenti neurali che viene stimolato dal linguaggio comune della fotografia. Consiglio di leggere il post e relativi commenti. Durante gli scatti di Insonnia mi sono costantemente chiesto quanto potesse risultare volgare questo o quello scatto, quanto poteva disturbare ad un osservatore, quanto frainteso, ma avermi posto questi interrogativi non mi ha bloccato ne frenato o auto censurato. Ho l'impressione di capire il perché del lavoro di Barnaba semplicemente per un'affinità intellettuale, per il piacere di comunicare un'idea liberata da pregiudizi, costume, tabù, pudori ma, ahinoi, purtroppo ancora torturata. Le immagini di Debora hanno l'intelligenza della ricerca, la pulizia fatta di essenziale, il gusto femminile per il corpo femminile. Scatti privi di suono, di parole, a maggior ragione quindi urlano la propria forza. Una sua foto è spegnere i rumori del mondo, tu che ti giri a vedere cosa accade e trovare lei, che, con garbo, ti avverte del suo esistere.

Ps. Lo scatto in alto è un particola tratto dal progetto Insonnia, ancora da ultimare. Per le foto di Debora Barnaba dovete visitare il suo sito e quindi i suoi lavori. Non vi costa nulla, vi ho anche messo il link.

1 commento:

  1. Quest'unica fotografia è un buon inizio, io son di parte, lo ammetto. Ho cominciato a leggere il tuo blog da poco, ora ho un pò più di tempo da poterci dedicare. Leggere questo tuo diario on-line è un modo per non esser troppo lontana; mi sembra di vederti mentre "crei" i tuoi progetti, scegli i libri, osservi i particolari di un viso o di oggetto, mentre tessi la tela di un discorso filosofico troppo aggrovigliato e contorto. Un passetto alla volta la tua fotografia acquista una sua personalità, e questo è ciò che a un comune "osservatore", che come me non possiede conoscenze tecniche fotografiche, colpisce. Se il tuo lavoro sarà "volgare"? conoscendoti non penso, ma lascia giudicare a noi e mettiti a creare.....

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